Franca Alaimo
- 22/12/2014 20:55:00
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Un testo luminoso, colmo, finalmente!, di bontà, parola in disuso da qualche tempo che nessuno ama più pronunciare come fosse qualcosa di di sorpassato, dinfantile; e però sempre così necessaria, specie se si pensa che tutto sarebbe diverso se gli uomini avessero quella "buona volontà" che i messaggeri celesti annunciano nelle pagine del vangelo. Ed ecco allora che la luce vince le tenebre, la bellezza si offre in tutto il suo splendore salvifico, levento così lontano diventa nuovo, se in tutte le case si prepara il presepe con la paglia dove adagiare il bambinello, recuperando linfanzia non solo memoriale, ma anche del sentimento, e dello spirito. Sì, parlare dello Spirito, dei nostri bisogni più profondi: questo è lo spirito del Natale che dovremmo curare nei nostri incontri personali. Grazie, dunque, a Maurizio Soldini per questa poesia della gioia. La bellezza del contenuto non deve però andare a discapito della lettura formale, visto che soprattutto questo è lo scopo della rubrica. E cosa cè da dire, se non che la forma aderisce perfettamente al contenuto, che nulla cè di retorico né nelluna né nellaltro, ma piuttosto entrambe obbediscono ad una grazia che è certamente interiore.
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Alessandra Ponticelli Conti
- 22/12/2014 19:57:00
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Assai efficace limmagine iniziale della nascita; un salto non nel buio ma "dal buio nella luce". Unintensa metafora della vita che il poeta immortala nella sua "intermittenza" continua, facendole assumere le sembianze di tante luminarie natalizie. Buio e luce, sole e nebbia, ma anche accoglienza, vita e, soprattutto, bellezza. Molto, molto bella!
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